La modalità di navigazione privata, spesso indicata come “Incognito” o “InPrivate“, è una funzione presente nei comuni browser che permette di navigare in internet senza lasciare tracce evidenti sul proprio dispositivo. Spesso utilizzata per motivi di privacy, è importante comprenderne appieno funzionalità e limiti, soprattutto in un contesto aziendale.
Come funziona la navigazione privata?
In modalità privata, il browser non salva la cronologia delle pagine visitate, i cookie, i dati dei moduli compilati e le ricerche effettuate. Al termine della sessione i dati vengono cancellati, evitando che altri utenti del dispositivo possano visualizzarli.
Quali dati vengono tracciati e quali no?
È importante sottolineare che la navigazione privata non offre un anonimato completo. Alcune informazioni continuano ad essere tracciate e accessibili a terze parti:
- Indirizzo IP: la tua identità online, ovvero l’indirizzo IP, rimane visibile a siti web, fornitori di servizi internet e potenzialmente al datore di lavoro se si naviga su rete aziendale.
- Attività online: dai siti web visitati si possono comunque raccogliere dati sulla tua navigazione, come le pagine visualizzate e le azioni compiute, attraverso l’utilizzo di tracker e script.
Chi ha accesso ai dati di navigazione?
- Datore di lavoro: se si naviga su una rete aziendale, il datore di lavoro, tramite il proprio sistema IT, potrebbe avere accesso ai dati di navigazione, anche se in modalità privata. In alcuni casi, infatti, l’installazione di software di monitoraggio può consentire la registrazione dettagliata dell’attività online, anche in incognito.
- Fornitori di servizi internet (Internet Service Provider): l’ISP che fornisce la connessione internet può comunque visualizzare l’indirizzo IP e il traffico internet generico, anche in modalità privata.
- Entità governative o hacker: anche in modalità privata, le competenze e le autorizzazioni a disposizione permettono a questi soggetti (certamente molto diversi tra loro) di visualizzare le attività online.
Cosa fare in modalità di navigazione privata
- Utilizzare la navigazione privata per attività sensibili: può essere utile per navigare su siti web di e-commerce, banking o social network quando si utilizzano dispositivi condivisi o reti pubbliche.
- Massimizzare l’anonimato con una VPN: l’utilizzo di una VPN (Virtual Private Network) crittografa il traffico internet, mascherando l’indirizzo IP e offrendo un ulteriore livello di anonimato.
Cosa non fare in modalità incognito
- Considerare la navigazione privata come completamente anonima: come visto, la navigazione privata non garantisce il totale anonimato e non protegge da tutte le forme di tracciamento.
- Svolgere attività illegali: la navigazione privata non offre alcuna protezione da parte delle forze dell’ordine o da altre autorità competenti che, per motivi di sicurezza, possono ottenere tutte le informazioni necessarie.
- Dimenticare la sicurezza informatica di base: la navigazione privata non sostituisce buone pratiche di sicurezza informatica come l’utilizzo di password forti e l’evitare siti web sospetti.
Conclusioni
La modalità di navigazione privata può essere un utile strumento per aumentare la privacy online, ma è fondamentale comprenderne i limiti e non utilizzarla come sostituto di solide pratiche di sicurezza informatica.
Per una protezione completa in un contesto aziendale, è consigliabile consultare le politiche aziendali sulla sicurezza informatica e adottare soluzioni di sicurezza adeguate come la Sicurezza Informatica Gestita, come VPN e software di sicurezza per i dispositivi aziendali.
Ti è piaciuto questo articolo? Contatta Noi Sicurezza per una consulenza di sicurezza informatica per aziende: